“L'impossibilità è soltanto un insieme di più grandi possibilità non ancora realizzate. Essa cela uno stato più avanzato ed un viaggio non ancora compiuto.”
SRI AUROBINDO
Lo scopo dello Yoga integrale è la trasformazione del nostro modo di pensare, vedere, sentire ed essere umano superficiale, stretto e frammentario, in una profonda e ampia coscienza spirituale e in un'esistenza interiore ed esteriore integrata, e della nostra vita umana ordinaria in una interpretazione divina della vita.
Questo yoga accetta il valore dell'esistenza cosmica e lo considera una realtà; il suo scopo è quello di entrare in una Verità-Coscienza superiore o Divina Coscienza Sovramentale in cui l'azione e la creazione sono l'espressione non dell'ignoranza e dell'imperfezione, ma della Verità, della Luce, della Divina Ananda (Beatitudine). Ma per questo, è indispensabile la resa della mente, della vita e del corpo mortali alla Coscienza Superiore, poiché è troppo difficile per l'essere umano mortale passare con i suoi propri sforzi oltre la mente a una Coscienza Supramentale in cui il dinamismo non è più mentale ma di un altro potere. Solo coloro che possono accettare la chiamata a tale cambiamento dovrebbero entrare in questo yoga.
Il Sâdhanâ [pratica] dello Yoga integrale non procede attraverso alcun insegnamento mentale stabilito o forme prescritte di meditazione, mantra o altri, ma mediante l'aspirazione, un'auto-concentrazione verso l'interno o verso l'alto, da un'auto-apertura a un'Influenza, a il Potere Divino sopra di noi e i suoi meccanismi, la Divina Presenza nel cuore e il rifiuto di tutto ciò che è estraneo a queste cose. È solo per fede, aspirazione e resa che questa auto-apertura può venire.
Il metodo che dobbiamo perseguire, è mettere tutto il nostro essere cosciente in relazione e in contatto con il Divino e chiamarlo per trasformare tutto il nostro essere nel Suo, in modo che in un certo senso Dio stesso, la vera Persona in noi, diventi il sâdhaka del sâdhana* così come il Maestro dello Yoga da cui la personalità inferiore viene usata come centro di una trasfigurazione divina e strumento della sua stessa perfezione. In effetti, la pressione della Tapas, la forza della coscienza in noi che dimora nell'Idea della Natura divina su ciò che siamo nella nostra totalità, produce la sua realizzazione. Il divino e onnisciente e onnipotente discende sul limitato e oscuro, illumina progressivamente ed energizza l'intera natura inferiore e sostituisce la propria azione a tutti i termini della luce umana inferiore e dell'attività mortale.
Non si tratta semplicemente di emergere dall'ordinaria coscienza del mondo ignorante nella coscienza divina, ma di portare il potere sovramentale di quella coscienza divina nell'ignoranza di mente, vita e corpo, trasformarli, manifestare il Divino qui e creare una vita divina nella Materia.
Questo yoga può essere fatto fino alla fine solo da coloro che sono seriamente sinceri e pronti ad abolire il loro piccolo ego umano e le sue esigenze, per ritrovarsi nel Divino. Non può essere fatto in uno spirito di leggerezza o lassismo; il lavoro è troppo alto e difficile, i poteri avversi nella Natura inferiore sono troppo pronti a sfruttare la minima sanzione o la più piccola apertura, l'aspirazione e la tapasyâ (concentrazione della volontà) necessarie troppo costanti e intense.
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